lunedì 20 maggio 2013

A Lavorare si impara Lavorando…

medium: Zapping 2.0
del: 14 maggio 2013
Autore/Conduttore: Stefano Loquenzi
Fonte/Titolo Originale: Discussione sul Lavoro ed i giovani
Proposto da: AlCo
Testo:



In una recente intervista alla trasmissione Zapping 2.0, il Cardinal Ruini, con una accattivante ‘ parabola ’ ha sottolineato la difficoltà dei giovani che non riuscendo a Lavorare non riescono neanche a comprendere il senso ed il significato del lavoro.
Il Prelato dice sostanzialmente che … come non è possibile imparare a nuotare senza entrare in acqua, così è impossibile imparare a Lavorare senza farlo…

Certamente questa rappresentazione è molto stimolante ed offre alcuni di spunti di riflessione :
1)       il Lavoro, non è ‘teoria’ è Pratica; finché non si svolge alcuna attività lavorativa non se ne comprende essenza e significato. Pertanto, a differenza di tutta la formazione tecnico-scientifica che un percorso universitario offre agli studenti per prepararli a dare il loro contributo nella società, la Scuola/Università è concettualmente impossibilitata a insegnare a lavorare perché questo, a differenza delle competenze tecnico-scientifiche, si Fa e non si Insegna…

2)       un secondo aspetto, collegato è che solo un Apprendistato  con la ‘Amaiuscola è in grado di accompagnare il neoLavoratore ad apprendere il significato di questa parola.
Da parte nostra crediamo che soltanto una nuova Cultura del Lavoro e del rapporto tra tutti i soggetti sociali (quelli che già operano nel sistema, quelli che ci opereranno e quelli che ci hanno già operato) potrà consentire un nuovo, corretto e responsabile approccio al Lavoro.

3)       il Lavoro sembra essere la ‘cartina di tornasole’ di una società giusta, equilibrata, dove le competenze, l’impegno la serietà con cui ciascuno svolge il suo dovere, viene giustamente, proporzionalmente ed equamente remunerata. Il Lavoro, così come dal punto di vista pratico (meccanicistico), non è una variabile ‘indipendente’ come da diverse parti si vorrebbe far intendere;  anche dal punto di vista sociale risulta essere ancora una variabile ‘dipendente’ perché la sua ‘essenza’ (non definizione) dipende dal tipo di Società entro la quale esso si colloca. Ecco quindi che può anche andar bene parlare di LAVORO ed impegnarsi affinché i giovani vi accedano quanto prima, ma senza chiedersi a cosa serva, di che tipo sia, per cosa viene utilizzato etc…, forse porta a risposte parziali e talvolta fuorvianti.

4)       La chiave di volta, quindi, sembra essere ancora una volta quella Culturale, come spesso accade la spinta per una riflessione di questo tipo può nascere dalla Crisi, ma assieme alla spinta ideale/etico/spirituale è necessaria anche l’esperienza reale: è necessario lavorare (averlo fatto!), ma soprattutto riuscire a rendersi autonomi con il proprio lavoro.
 Se non si aggiunge questa seconda parte all’esperimento c’è il rischio di non aver fatto alcuna esperienza che possa aiutarci a dare un serio contributo alla ‘svolta Culturale’, vero motore del cambiamento dei rapporti umani.

          Ora, ricordando che: ‘il Meglio è nemico del Bene’, dobbiamo ritenere, così come da tempo fanno le Business Scool anglosassoni, che, così come la simulazione dà un grande aiuto a comprendere, affrontare e risolvere i problemi gestionali, alla stessa maniera possa dare un significativo aiuto a conoscere e comprendere le dinamiche e le attività lavorative.
          D’altra parte, i simulatori di volo, sportivi, di business, sono molto diffusi ed ormai ritenuti utili ed affidabilissimi, di conseguenza partecipare ad un percorso come il Meta-MASTER ProMAO, pur non facendoti immergere in mare aperto, può certamente insegnarti a nuotare in piscina con l’assistenza di un valido ed attento istruttore…