lunedì 12 settembre 2011

Che scuola fare? Che Lavoro Fare?

medium: Rete LinkedIn    del:
Autore/Conduttore: Luigi Benedetti
Fonte/Titolo Originale: Generation21
Proposto da: AlCo 

Testo:

Cosa consiglieresti ad un 18enne che si avvicina al mondo dell'Università e del lavoro? Laurea o Diploma? Italia o estero? Opportunismo o coerenza?
 (discussione aperta da Luigi Benedetti sul gruppo Generation21 su LinkedIn)


La domanda apparsa su uno dei gruppi di LinkedIn, è molto stimolante e credo sia importante anche per tantissimi giovani che si accingono a fare scelte fondamentali per il loro futuro. Per questo ho deciso di postare qui una sintesi estrema del mio pensiero sull’argomento. Vista la complessità dell’argomento resto disponibile ad approfondire e proseguire la riflessione anche su canali diretti.
Può sembrare banale, ma la prima risposta  alla domanda è un’altra domanda: IL LAVORO COS’E’?
Questa parola: Lavoro, che tutti usano già nel primissimo vocabolario forse non riceve la necessaria attenzione soprattutto da parte di studenti e disoccupati. O meglio, ciascuno le attribuisce un suo personale significato, derivante dall’ambiente che frequenta o dall’ambito filosofico di riferimento. Tempo addietro ho avuto modo di curare un’indagine che aveva proprio l’obiettivo di definire il concetto, i risultati sono scaricabili QUI
Tornando alla domanda, una volta inquadrato in maniera quanto più realistica possibile l’elemento CHIAVE: “il Lavoro cos’è”, consiglierei di analizzare la propria situazione socio-cultural-familiare (aspirazioni di carriera, accettazione allontanamento familiare, particolari sensibilità a problemi sociali…); poi cercare di capire quali sono le attività professionali più richieste (Indagine Excelsior); quindi conoscere i percorsi lavorativi più caratteristici (medico, avvocato, commercialista, manager…) attraverso interviste personali dirette a chi le esercita.
La cosa cui stare molto attenti è: non utilizzare idealizzazioni occupazionali di cui si conoscono solo alcuni effetti estetici o appariscenti (l’auto, il modo di vestire, gli ambienti che frequenta, le valutazioni ‘popolari’ …)
Una buona idea potrebbe essere: fare una scelta dettata dalla curiosità ed interesse. Oppure, dopo aver fatto la scelta iniziale, trovarvi l’interesse e la curiosità.
La stragrande maggioranza delle attività lavorative ‘intellettuali’, pur nell’apparente diversità sono, dal punto di vista della cultura di base necessaria per svolgerle, piuttosto fungibili (manager laureati in: legge, Economia , Statistica, Scienze Politiche, ed anche Sociologia, Filosofia…, possiamo incontrarli a ricoprire con pari capacità e competenza ruoli di direzione e gestione aziendale. il Presidente CIAMPI è laureato in Lettere !)
ascolta o ri-ascolta l'intervista è MOLTO interessante
 
Chiunque ha qualche anno di lavoro sulle spalle sa che le competenze che utilizza sono quasi tutte state acquisite nell’ambito del proprio percorso lavorativo. Quindi continuare a parlare ai giovani di alta o bassa preparazione universitaria è, per certi versi, un inganno, o quanto meno una pericolosa inesattezza (anche su questo ho espresso un mio pensiero più completo qui). Nell’ambito delle tematiche Formativo-Occupazionali è infatti facilissimo cadere in generalizzazioni di validi concetti teorici, che nella realtà hanno applicazione in ambiti estremamente ristretti. A mio avviso questo NON aiuta la generalità di giovani che debbono affrontare una di quelle importantissime decisioni che nella vita vengono prese una sola volta!

 
Un esempio spero mi aiuti ad essere più chiaro : un giovane laureato in economia e commercio aveva seguito un percorso di studi completamente teorico (economia pura).
Al termine di un colloquio presso un Istituto di Credito gli viene offerto di essere assunto per un ruolo di sportello. Lo studente ‘idealista’, stizzito ribatte che avrebbe avuto interesse, eventualmente, a lavorare presso il ‘Centro Studi’ dell’Istituto. Il Funzionario che lo intervista fa presente al ragazzo che, pur comprendendo il suo stato d’animo, purtroppo l’istituto bancario ha 17.000 dipendenti di cui ‘solo’ 15 sono al centro studi….. Lo studente capisce e, dopo un anno accetta uno stage di 12 mesi, inizia una carriera nel Controllo di gestione, diviene consigliere ed amministratore Delegato di società, lavora ad interessantissimi progetti d’impresa , tutt’oggi, ringrazia quel funzionario che utilizzò quel semplicissimo esempio.

Molto altro ci sarebbe da dire e precisare, credo che per ora sia opportuno fermarci qui. Chi volesse può visitare il sito TROVARE LAVORO: UN LAVORO e, se di suo interesse scaricare gratuitamente l'omonima guida .