venerdì 30 luglio 2010

I Giovani nel Mercato del lavoro - in Sintesi ...(3)

nmedium:Indagine CNEL del: 20.lug.2010
Autore/Conduttore:Gruppo di lavoro diretto da Prof. C. Dell'Arringa
Fonte/Titolo Originale:RAPPORTO SUL MERCATO DEL LAVORO 2009 - 2010 -pag 329
Proposto da:AlCo
Testo:

...Se nelle intenzioni del riformatore il proseguimento degli studi dopo il primo ciclo avrebbe dovuto riguardare solo una quota ridotta di studenti, coloro più desiderosi di maggiore specializzazione, di fatto esso ha coinvolto la maggioranza dei laureati, traducendosi così in un innalzamento, e non nel desiderato abbassamento, dell’età media alla laurea e quindi posticipando di fatto l’ingresso medio nel mercato del lavoro.

Non è che, per caso, sarebbe opportuno gettare lo sguardo anche 'al di là' del muro, cioè dal lato Aziende?
Siamo certi che il sistema industriale italiano abbia così tanta necessità, o megio, sia in grado di utilizzare competenze tecniche e culturali molto più alte di quanto fa attualmente?
Perchè le Jobs Strategy danno per scontato la necessità di competenze elevate nelle Imprese e non la necessità di insegnare/spiegare anche all'altra metà 'del mondo del lavoro' quanto vale e come si può utilizzare l'investimento in competenza e conoscenza?


Cosa ne pensano i nostri visitatori?
Quali altre riflessioni possono aiutarci a fare?
Contribuire a far evolvere il mondo in cui viviamo dovrebbe essere un impegno di noi tutti.

mercoledì 28 luglio 2010

I Giovani nel Mercato del lavoro - in Sintesi ... (2)

medium: Indagine   CNEL      del: 20 lug 2010
Autore/Conduttore: Gruppo di lavoro diretto da Prof. C. Dell'Arringa
Fonte/Titolo Originale:RAPPORTO SUL MERCATO DEL LAVORO 2009 - 2010
Proposto da: AlCo
Testo:
1994 proposte OCSE di policy all'interno della Jobs Strategy:

  1. aumento della flessibilità di salari e costi del lavoro,
  2. riforme del sistema scolastico così da garantire che i giovani entranti nel mercato del lavoro possiedano le competenze apprezzate;
  3. misure per strutturare meglio la transizione tra la scuola e il lavoro.
 ad eccezione del punto (1) le ha viste qualcuno?

....se nei Paesi OCSE le cose non vanno bene, ma in Italia ancora peggio:
Nella media dei paesi Ocse, il tasso di attività dei più giovani (tra i 15 e i 25 anni) è pari a circa il 60 per cento di quello osservato per le età centrali.
In Italia, però, la differenza tra il grado di coinvolgimento dei giovani e quello degli adulti è ancora più ampia: il tasso di attività dei più giovani è infatti pari a circa il 40 per cento di quello degli adulti.


  ....Secondo alcune statistiche elaborate dall’Ocse, il tasso di rendimento dell’istruzione universitaria – ovvero l’incremento del reddito atteso derivante dal conseguimento della laurea – in Italia è solo del 6.5 per cento, mentre in Germania e Francia è, rispettivamente, del 9.1 e del 14.5 per cento.


martedì 27 luglio 2010

I Giovani nel Mercato del lavoro - in Sintesi ...

medium:Indagine CNEL del: 20.lug.2010
Autore/Conduttore:Gruppo di lavoro diretto da Prof. C. Dell'Arringa
Fonte/Titolo Originale:RAPPORTO SUL MERCATO DEL LAVORO 2009 - 2010
Proposto da:AlCo
Testo:

iniziamo riportando alcuni passi del paragrafo introduttivo 'In sintesi', nei prossimi giorni riporteremo alcuni altri interessanti passaggi relativi alle problematiche che i giovani incontrano nel Mondo del lavoro

I giovani rappresentano un segmento tradizionalmente fragile del mercato del lavoro: la mancanza di esperienze e competenze fanno sì che i giovani sperimentino non poche difficoltà nella transizione scuola-lavoro.

...I giovani soffrono difatti un maggior rischio di disoccupazione rispetto agli adulti, e in Italia la maggior probabilità di disoccupazione connessa alla giovane età è più elevata che nella media dei paesi europei.



...[le riforme del mercato del lavoro n.d.r.] hanno introdotto nuove forme contrattuali, caratterizzate da una maggiore flessibilità e minori costi di licenziamento...questo ha reso più facile l’ingresso dei più giovani nel mercato del lavoro, riducendo così i tempi di ricerca del primo impiego.

 

 L’altro lato della medaglia è stato però la maggiore instabilità dei posti di lavorolavoro: i lavori temporanei spesso comportano anche rischi di precarietà, dati i livelli salariali mediamente più bassi, le ridotte prospettive di carriera e la minore formazione.

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