giovedì 21 aprile 2011

Le COMPETENZE CHE SERVONO /3

medium:  REGOLE -perchè tutti gli italiani devono sviluppare quelle giuste e rispettarle per rilanciare il Paese - Garzanti ed. 2010      del:
Autore/Conduttore: Roger Abravanel e Luca D'Agnese
Fonte/Titolo Originale: Le competenze che ci rendono produttivi nella società del XXI secolo
Proposto da: AlCo

Non pensiamo che certe competnze siano richeste/utili/necessarie solamente in ambiti professionali 'alti', infatti, i nostri autori così proseguono

....Chiunque abbia avuto esperienza, anche solo come utilizzatore, di come funziona un call center, conosce l’importanza delle capacità di comunicazione e del problem solving. Non c’è confronto tra l’efficacia di un impiegato capace di comprendere la richiesta di un cliente (che generalmente non sa esprimerla nei termini tecnici che l’organizzazione del call center utilizza al proprio interno), attivarsi per risolverla e interagire in modo cortese e puntuale con chi ha chiamato, e i risultati disastrosi per ilcliente che si ottengono quando l’impiegato non sa o non ha voglia di risolvere il problema.


           Le stesse competenze vengono messe alla prova anche in compiti che appaiono più "meccanici". La cassiera di un supermercato deve registrare rapidamente (altrimenti la fila si allunga) i prodotti acquistati, scelti tra migliaia di referenze diverse, con etichette a volte sbagliate, a volte illeggibili, e ricordare decine di promozioni che cambiano ogni settimana. Il tutto davanti a clienti ora distratti, ora in difficoltà, magari perché anziani, ora impazienti e irascibili. Sembra la riedizione della vecchia catena di montaggio, ma non lo è.




E' possibile seguire commenti ed approfondimenti sul libro sia sull'apposito sito di facebook che sul blog specifico

lunedì 18 aprile 2011

Le COMPETENZE CHE SERVONO /2

medium: REGOLE -perchè tutti gli italiani devono sviluppare quelle giuste e rispettarle per rilanciare il Paese - Garzanti ed. 2010          del:
Autore/Conduttore: Roger Abravanel e Luca D'Agnese
Fonte/Titolo Originale:Le competenze che ci rendono produttivi nella società del XXI secolo
Proposto da: AlCo
Testo:
      
          ... Uno scienziato che lavora in una grande struttura deve saper coordinare il lavoro di numerosi scienziati più giovani, pianificare le ricerche, comunicare con le istituzioni che finanziano la sua ricerca (oltre che con i suoi colleghi) e comprendere le ricadute nel business della sua ricerca scientifica.

           Un avvocato che conosce a memoria il Codice penale e civile e la giurisprudenza, ma non sa inquadrare il contesto del problema legale di cui si occupa, che non riesce ad impadronirsi di problematiche sempre nuove, che non sa ragionare sulle implicazioni economiche dei diversi scenari di una causa civile, non riuscirà ad affrontare con successo le complesse e sottili questioni legali della società odierna....

E' possibile seguire commenti ed approfondimenti sul libro sia sull'apposito sito di facebook che sul blog specifico

domenica 17 aprile 2011

Le COMPETENZE CHE SERVONO /1

medium:  REGOLE -perchè tutti gli italiani devono sviluppare quelle giuste e rispettarle per rilanciare il Paese - Garzanti ed. 2010      del:
Autore/Conduttore: Roger Abravanel e Luca D'Agnese
Fonte/Titolo Originale: Le competenze che ci rendono produttivi nella società del XXI secolo
Proposto da: AlCo

Testo:

A partire da oggi, seguiranno una serie di POST estratti da REGOLE, l’ultimo libro di Roger Abravanel e Luca D’Agnese.
Pubblicheremo diversi brani del paragrafo in cui gli autori spiegano in maniera chiara ed articolata quali siano, nell’attuale mondo del lavoro, le competenze necessarie.
Chi segue il Blog dovrebbe essere riuscito a cogliere già in diversi altri post questa indicazioni, ma si ritiene di pubblicare le selezioni scelte proprio per la loro forza e chiarezza esplicativa, ottenuta con esemplificazioni diversificate nei più diversi ambiti lavorativi !

Attenzione, comunque, la consapevolezza di ciò che serve, purtroppo, molto spesso non c’è, non solo in chi cerca lavoro, ma anche in chi lo offre!

Quanto segnalato in REGOLE è esatto, ma chi cerca Lavoro deve essere consapevole che non basta adeguarsi per Trovare –automaticamente- Lavoro. Sia per il famoso e pluridescritto fenomeno del mismatch, sia perché anche molti datori di lavoro e loro delegati, non sanno, non conoscono e tal volta, non capiscono che, ciò che si usa e ciò che serve, nella loro organizzazione è esattamente quanto indicato da Abravanel e D’Agnese.

Quindi occhio!

E cerchiamo di applicare queste competenze anche nella interpretazione dei suggerimenti offerti…


Che cosa sa fare un laureato?
Certamente il mondo delle professioni, dal medico all’avvocato al progettista, richiede conoscenze tecniche specifiche.
Ci sono poi gli scienziati e i tecnici che lavorano nella ricerca e nell’industria.
Ma queste attività rappresentano solo il 10-20% dell’economia di un paese moderno, dove la spesa in ricerca e sviluppo difficilmente supera il 5% del PIL.
Il resto dell’attività economica è controllato da imprese o da servizi della pubblica amministrazione, dove il lavoro è fatto soprattutto di interazione, comunicazione, risoluzione di problemi, legati spesso alla gestione delle risorse umane.

Diversi anni fa una ricerca indicava che in una grande impresa il 30-40% del tempo di chi vi lavorava era dedicato ad attività di interazione e comunicazione, cui si aggiunge una percentuale altrettanto elevata di tempo dedicato al problem solving.

L’attività di interazione, comunicazione e risoluzione dei problemi cresce anche nelle professioni e nella ricerca e sviluppo, via via che le organizzazioni diventano sempre più grandi.

         Il primario di un sopedale deve gestire al meglio una squadra di medici ed infermieri, dev’essere dotato di forte empatia nei confronti dei pazienti, deve saper comunicare e gestire l’amministrazione.




E' possibile seguire commenti ed approfondimenti sul libro sia sull'apposito sito di facebook che sul blog specifico

lunedì 4 aprile 2011

Mondi separati 2

medium:L'Unità del: 30 marzo 2011
Autore/Conduttore:Nicola Cacace
Fonte/Titolo Originale:Laureati, Pochi e disoccupati paradosso italiano
Proposto da:AlCo
Testo:

Chissà se e quando si cercherà di guardare bene per capire il problema dov'è...
Nel frattempo i giovani che fanno? Che possono e debbono fare?
Certamente NON abboccare alle Sirene che il sistema ha prodotto:
-Corsi che promettono di ampliare il bagaglio formativo (una volta si sarebbe detto nozionistico);
-Aspettare il posto dal proprio 'santo in paradiso';
-Rispondere ad annunci fotocopia per mirabolanti promesse di lavoro;


MA piuttosto  cominciare a lavorare (per il significato del concetto vedi l'indagine 'Il lavoro cos'è'), facendo QUALUNQUE  cosa, e lì, mentre si lavoro cercare di capire quello che è il mondo del lavoro.
Informarsi su basi Oggettive,   quindi trarre conclusioni e prendere decisioni che sono operative e non ULTERIORMENTE formative. 
E' importante capire che da noi, nonostante il fatiscente sistema formativo pubblico, quello delle aziende è ancora più arretrato (non certamente per colpa dei soli imprenditori...)?
...come sempre dietro questa considerazione pessimistica si celano tante OPPORTUNITA' per chi deciderà di contribuire a far evolvere il livello imprenditoriale, dando il suo contributo alla nascita di 
una classe imprenditoriale più evoluta ed allineata alle esigenze ed opportunità del mondo attuale.

Paradosso, fenomeno inspiegabile alla luce dei fatti noti. Paradosso può essere considerato il caso dei laureati italiani, sono quasi la metà di altri Paesi industriali ma hanno tassi di disoccupazione quasi doppi.

...l'apparente paradosso"pochi laureati ed anche disoccupati" non mi preoccupa solo e tanto per il fenomeno in sè, ma per quello che sottende, una diagnosi molto amara per l'azienda Italia, che produce beni e servizi a basso valore aggiunto e soprattutto a basso contenuto di tecnologie ed innovazione....

leggi tutto

domenica 3 aprile 2011

Mondi separati 1

medium:Libero del: 1 aprile 2011
Autore/Conduttore: A. Giorgiutti
Fonte/Titolo Originale: C'è una formazione troppo scolastica
Proposto da:AlCo
Testo:

.chi e quando inizierà a realizzare la fondamentale opera di ricucitura del mondo del lavoro e quello della formazione?.. 

...cento anni di "idealismo scolasticistico" di destra e di sinistra hanno rovinato la tradizionale dignità educativa, il prestigio culturale e la consistenza istituzionale non solo dell'istruzione e formazione professionale iniziale (da noi pare ancora che chi non frequenta il liceo classico e l'università sia destinato a restare minore come uomo e cittadino), ma - cosa ancora più grave- dell'istruzione e formazione professionale ricorrente e in servizio.
           Questa seconda, infatti, per un verso è insufficiente e per l'altro non ha nessun collegamento strutturale con la prima. cosicchè i fondi interprofessionali non riescono a spendere bene i soldi versati dal mondo del lavoro proprio a questo scopo e la prima si sta inesorabilmente scolasticizzando, rendendosi impermeabile a chi lavora



leggi tutto