venerdì 24 dicembre 2010

neolaureati

Tesi:
Questo grafico rappresenta con quale intensità, dal 2004 ad oggi, gli utilizzatori della rete abbiano cercato i termini : ‘Neolaureati’.

Guarda l’andamento del grafico, e prova a spiegarti il perchè del suo andamento.
...lasciaci la tua valutazione, un tuo commento (clikka sul titolo per poterlo fare)

mercoledì 22 dicembre 2010

Che Lavoro Fare

Tesi:
Questo grafico rappresenta con quale intensità, dal 2004 ad oggi, gli utilizzatori della rete abbiano cercato i termini : ‘Che Lavoro Fare’.

Guarda l’andamento dei dati, e poniti le solite domande:
  • Chi può cercare questa frase?
  • Perché?
  • L'andamento del grafico cosa ci racconta?



Clikka sul titolo e lascia il tuo commento

lunedì 20 dicembre 2010

Disoccupazione Giovanile - Statistiche Google


Tesi:
Questo grafico rappresenta con quale intensità, dal 2004 ad oggi, gli utilizzatori della rete abbiano cercato i termini : ‘disoccupazione giovanile’.

Guarda l’andamento dei dati, e chiediti, ad esempio:
·         perché e chi possa cercare i termini ‘disoccupazione giovanile’
·         cosa significa questo tipo di andamento ?
 ... e lascia un tuo commento (clikka sul titolo)

domenica 19 dicembre 2010

Capire Attraverso i Dati

Da oggi cerchiamo di sistematizzare anche le informazioni quantitative. Iniziamo la pubblicazione di una serie di risultati che spesso spiegano più di tante parole ciò che avviene intorno a noi.

            Inoltre, parafrasando un ben noto metodo di speculazione filosofica cercheremo di capire – con il contributo di tutti -  di più.

            Il  metodo sarà:
 Tesi – Analisi - Considerazioni
·         Insieme alla pubblicazione del grafico verrà espressa la Tesi, cioè da dove si parte;
·         quindi tutti avranno la possibilità, guardando i dati, di fare la propria Analisi
·         in fine, chi vorrà potrà dare il suo contributo offrendo alla rete le proprie Considerazioni

Se questo avverrà, tutti riusciremo a comprendere meglio, di più ed agire sbagliando meno…

NB.: per inserire il tuo Commento  clikka sul titolo del post, ed in fondo apparirà ‘posta un commento’

La Rete e l’Unità d’Italia….

medium: www.google.com/insights/search del: dicembre 2010
Autore/Conduttore: AlCo
Fonte/Titolo Originale: Ricerche in Rete
Proposto da:
Testo:
Con questo post si vuole introdurre una modalità  di informazione ancora una voltadiversa da quello che normalmente viene offerto, non solo agli utenti della Rete, ma a tutti i fruitori di qualsiasi tipo di medium in circolazione....
Il Valore Aggiunto a questa modalità dovrebbe essere dato dai commenti dei visitatori, per questo stimolo tutti affinchè diano il loro contributo.

Quelli appresso riportati sono i dati, a livello nazionale e relativi ad alcune principali città italiane (per l’area NE si è dovuta effettuare un’aggregazione di più città per ottenere dati significativi).
In questi dati oltre all’Unità d’Italia c’è molto di più, non sembra anche a voi?

Inserite i vostri commenti sull’argomento (clikkate sul titolo per farlo), fate vedere che c’è anche chi cerca altro sulla rete…
 








mercoledì 15 dicembre 2010

Il circolo ...spezzato

medium:  Harvard Business Review  del: novembre 2010
Autore/Conduttore: Nitin Nohria
Fonte/Titolo Originale: Prosperità e Lavoro: qualcosa si è spezzato
Proposto da: alCo
Testo:

... Durante la maggior parte del XX secolo c'è stato un legame simbiotico tra creazione di valore e creazione di posti di lavoro. Quando le cose andavano bene, il tasso di occupazione aumentava e le comunità ne traevano beneficio.

...Le aziende del XX secolo erano più industriali ma anche più locali di quanto non lo siano oggi....

...Quando Google, Facebook o altre delle incredibili aziende che incarnano la nuova economia americana raddoppiano in termini di dimensioni, non si moltiplicano anche le offerte di lavoro come succedeva una volta  con le industrie in rapida espansione....

...Dirigenti e politici devono trovare una nuova modalità per collegare la creazione di valore e la creazione di lavoro...

...per fare ciò [risolvere i grandi problemi del mondo (sostenibilità, assistenza sanitaria, povertà, ripresa del sistema finanziario) n.d.r.] le imprese devono ripristinare la loro levatura morale e aiutare ad affrontare l'ansia che circonda la creazione di posti di lavoro...

l'articolo integrale può essere richiesto a http://hbritalia.it

lunedì 1 novembre 2010

I Professionisti della Disoccupazione

medium: Repubblica      del:20 agosto 2010
Autore/Conduttore: DAVIDE CARLUCCI e ANTONIO FRASCHILLA
Fonte/Titolo Originale:Tangenti, truffe, poco lavoro.La formazione è una fabbrica di precari
Proposto da:AlCo
Testo:

Quanti sono gli enti che utilizzano i fondi per la ricollocazione dei lavoratori solo per giustificare la loro esistenza? Quali risultati hanno prodotto finora, quante persone hanno reinserito?...

"Development enterprise tourism", "cooperazione internazionale", "business administration & finance": leggendo l'elenco delle materie che s'insegnavano ai corsi formativi organizzati a Padova da alcune cooperative della Compagnia delle Opere sembrava di essere ad Harvard…..
 
I costi della collettività per ogni occupato, secondo i calcoli dei magistrati contabili, ammontano a 72mila euro….

La maggior parte dei formatori sono stati assunti tra il 2006 e il 2008, a ridosso delle grandi tornate elettorali….
 
….Angela, diplomata, ha 47 anni e da dodici frequenta corsi di formazione professionale in Lombardia. Non è mai riuscita a ottenere altro che qualche lavoretto di poche settimane all'anno in fabbrica….
 
Un'altra volta mi hanno costretto a scrivere un sacco di bugie sulla relazione finale. Ad esempio che avevo trovato lavoro in una fabbrica. In realtà era la mia vecchia azienda che mi richiamava". L'importante, insomma, è giustificare le spese. I risultati non contano….


giovedì 28 ottobre 2010

La Scuola è alla deriva…. e tutto il resto?

medium: Riflessioni ad Alta Voce  del: 27.10.2010
Autore/Conduttore: Alberto Colaiacomo
Fonte/Titolo Originale:
Proposto da: AlCo
Testo:
Trasgredisco la regola principale di questo BLOG : quella di non inserire direttamente miei articoli, perché credo sia il momento di dare un respiro più ampio a tutta una serie di riflessioni che, ripiegate sugli schemi mentali degli ambiti da cui nascono, sembrano non riuscire ad allargare la visuale.

In sintesi credo che attribuire alla Scuola (che ha moltissime colpe) la gran parte dei problemi Italiani sia non corretto. Infatti Il sistema industriale Italiano ha responsabilità estremamente più gravi.  In tutto questo i diversi governi che si sono succeduti (con piccole eccellenti eccezioni), hanno come priorità le proprie poltrone ed interessi personali. Riescono nel loro intento proprio evitando di agire su leve virtuose, stimolando gli istinti umani più bassi e producendo le inevitabili conseguenze: lo sfacelo della nostra società.

Perché sono arrivato a queste conclusioni? Provo a spiegarlo anche se nella forma più sintetica possibile.

La Scuola in Italia è alla deriva. Non è una gran bella novità direte voi.
Certo, ma il sistema industriale non è da meno. Ed anche questo intuitivamente lo si capisce.
Ma allora perché ce la prendiamo tanto con la scuola e poco o niente con Imprese ed Imprenditori?
Fino a qualche giorno fa ritenevo che il nostro sistema industriale imperniato sul 94% di imprese che hanno meno di 10 dipendenti fosse malridotto a causa del livello di ‘cultura aziendale’ dei questi piccoli imprenditori.
Ma l’altra sera, assistendo alla trasmissione l’Infedele, ho avuto una sorta di ‘illuminazione’. Dagli scambi tra gli ospiti è emerso chiaramente che, a livelli dimensionali e tecnici diversi, le grandi imprese si comportano esattamente come le piccole: quando le cose non vanno, la prima e spesso l’unica cosa che riescono a fare è cercare di comprimere il costo del lavoro (delocalizzazione, contratti atipici etc…), e questo è più che noto.
La cosa grave è che, CONTEMPORANEAMENTE non vengono messe in atto azioni di conquista di nuovi spazi sui mercati, con nuovi prodotti o innovazioni su quelli esistenti,  con ricerca e sviluppo, di prodotto e di processo, cercando così di acquisire, o quanto meno conservare, un Vantaggio Competitivo legato, quanto meno alla esperienza pregressa. Purtroppo questo non avviene, le cose continuano ad andare di male in peggio e CONTEMPORANEAMENTE il contesto in cui opera(va) l’impresa si impoverisce, non sostiene neanche il mercato locale (Ford docet), e quindi se non si trovano neanche sbocchi lontani sei ‘fritto’.

In tutto questo cosa c’entra la scuola?
C’entra e la ‘punta dell’iceberg’ che ogni tanto emerge fa capire come essa non sia la CAUSA, ma, molto più probabilmente l’ EFFETTO di un assetto sociale in disfacimento.

Una volta si diceva che ‘il problema è politico’. In parte è vero, ma personalmente lo definirei ‘sociale’.
Non esistono ambienti sociali ‘sani’ ed altri ‘malati’. La società del cosiddetto benessere, ha lasciato sempre più spazio ad uno sfrenato individualismo che governa ogni momento e movimento dell’uomo. Poi nelle società dove, per diversi motivi, le briglie sono più sciolte, le conseguenze sono peggiori di altre.
Purtroppo ho provato a cercare, ma non sono riuscito a trovare in rete nessuna ricerca che metta in evidenza quali siano le principali caratteristiche che si debbano avere per fare/essere/diventare imprenditore in Italia.  Dal poco che conosco l’ambiente, contano - come in quasi tutti gli ambienti di lavoro- infinitamente di più quelle legate all’area comportamentale che non a quelle tecniche, sia di prodotto che di mercato o gestionali in genere.
Nel piccolo, ciascuno di noi può verificare l’affermazione, provando ad avviare le pratiche per aprire un’azienda. Tra burocrazia inutile, incapace, ‘mal abituata…’, solo chi ha il famoso ‘pelo sullo stomaco’ riesce con una certa facilità nell’IMPRESA!
 Se questo è l’avvio il prosieguo non è da meno. Sopravvive di più, facilmente e meglio, chi non paga piuttosto che chi fa ricerca e buoni prodotti (sarebbero interessanti indagini in tal senso).
Si potrebbe dire che comprendere questo per quanto riguarda le piccole imprese è facile, resta più difficile per le grandi. Beh, il breve confronto effettuato tra Volkswagen e Fiat all’Infedele (del 25.10.2010) qualche piccolo aiuto ce lo può dare a capire …
Torniamo quindi alla Scuola ed al ‘famoso’ mismatch di competenze tra domanda ed offerta. Qui o c’è un enorme incompetenza nell’utilizzo delle tecniche di marketing da parte degli operatori del mercato del lavoro, oppure, dobbiamo dire che : ‘per fortuna che il livello di formazione è scarso’ perché altrimenti le tensioni ed il malessere sociale sarebbe enormemente più alto. Ci troviamo di fronte al fatto che neolaureati, con master esteri in ingegneria, fisica, economia (e non in comunicazione…) non trovano una collocazione, o per lo meno una adeguata collocazione!
Credo che questo mismacth sia uno dei più grandi problemi da affrontare e risolvere da parte dei futuri governi, sperando che riescano a trovare un po’ di tempo oltre quello dedicato ai propri interessi e alle diatribe interne.
Spero che abbiano le capacità di progettare iniziative che destinino più risorse alla sostanza dell’azione piuttosto che al suo impatto comunicazionale e clientelare….
Spero che non sia neanche più pensabile lasciare vacante il posto del ministro delle attività Produttive (senza parlare della Consob, in una situazione di così alta criticità del sistema finanziario internazionale…)) per diversi mesi, in una nazione che nel settore avrebbe  molto da essere indirizzata….
 Questi piccoli cenni  sono l’ennesima dimostrazione che la scarsa cultura e competenza non solo sta nella Scuola e nel mondo delle Imprese, ma governa sovrana per conto di un Popolo che sembra inebriato dall’apparire, dall’avere, piuttosto che dall’essere e quindi dal ‘vivere (veramente) bene’!
Come avrete capito cari ragazzi, non c’è tanto da arrabbiarsi per il Lavoro che non c’è, o non si trova; c’è da rimboccarsi le maniche e far vedere ai genitori che così non si fà! ‘così non va’!

Purtroppo continuare a vedere e dire –come fanno la maggior parte dei nostri rappresentanti politici-  cosa non va nell’altro, serve solo a far distogliere lo sguardo da ciò che non va veramente . Tutti noi lo sappiamo, ma l’inerzia (ignavia?) che spesso alberga in noi non ci aiuta; invece cerchiamo di cominciare da noi, cominciamo da ciò che noi possiamo fare. Le piccole furbizie sono le fondamenta di una società in rovina che a ciascuno costano molto di più di quanto ognuno pensa di aver guadagnato, ed invece fanno la fortuna di pochi, anzi pochissimi che riescono anche a convincerci che si deve fare come loro. Pretendiamo dai nostri politici non favori e piaceri personali –in nessun ambito, senza eccezioni- e pretendiamo oneste politiche di sviluppo. Pretendiamo che Governino, che individuino e perseguano precisi obiettivi. Pretendiamo di non essere imboniti con  le pagliuzze di questo o quell’avversario, né con ‘lazzi e giochi’ televisivi o meno, formule rivitalizzate del ‘panem et circenses’ di romana memoria. Pretendiamo che si guardi al benessere della nazione, TUTTA, e cominciamo da noi stessi!
Buon Lavoro!

martedì 26 ottobre 2010

Quali Opportunità dalla Crisi?

medium: La Stampa  del: 24 ott 2010
Autore/Conduttore:Irene Tinagli
 Fonte/Titolo Originale: Dalla crisi un'opportunità per i talenti
Proposto da: AlCo
Testo:



Nuovi modelli educativi……. dove il problema non è accumulare o memorizzare informazioni, ma essere capaci di analizzarle e ricombinarle in maniera critica.
Nuovi modelli di formazione professionale che non inchiodino i ragazzi ad un mestiere che in passato durava 30 anni e oggi al massimo ne dura tre, ma che insegnino loro a gestire e sviluppare le proprie capacità in modo intelligente e flessibile.

E anziché mettere mano a una vera e importante riforma della formazione professionale che andasse nella direzione degli altri Paesi europei, dove si cerca di rafforzare il legame tra scuola e impresa, è stato abbassato l'obbligo scolastico e demandata ogni formazione alle imprese (che oggi, vale la pena ricordarlo, sono tra quelle in Europa che investono meno in formazione, persino quando si tratta dei ragazzi: solo il 20% dei giovani in apprendistato riceve qualche tipo di formazione).

….. quali talenti premieremo tra qualche anno se non ci preoccupiamo di formarli e dare loro un'opportunità di crescita, di lavoro, di realizzazione?

lunedì 18 ottobre 2010

...e TU ? Sei nel Range?

medium: La Stampa del: 13 ottobre 2012
Autore/Conduttore: Walter Passerini
Fonte/Titolo Originale:I direttori delle risorse umane bocciano l'università senza qualità
Proposto da: Testo: AlCo

Secondo la ricerca promossa da Fondazione Agnelli e Aidp (Associazione direttori risorse umane)
il bilancio di 10 anni di riforma universitaria è negativo.
         La laurea viene ritenuta indispensabile ma NON sufficiente, dal momento che è richiesto sempre un periodo di formazione iniziale in azienda.
...Oltre il 54% del campione ritiene che la qualità complessiva sia peggiorata negli ultimi 10 anni, mentre il 38% la ritiene invariata e solo il 18% migliorata.

.....IL CANDIDATO IDEALE:
  • Conoscere molto bene l’inglese ....;
  • ...laurea magistrale...... laureato triennale con un paio d’anni di esperienza ha una valutazione equivalente.
  • L’aver visto il lavoro da vicino con il lavoro e gli stage è quindi premiante,
  • ....avere un voto superiore a 100 e quanto più vicino a 110 è un ulteriore fattore di merito

LE LAUREE PREFERITE:
  • Ingegneria industriale e le altre ingegnerie campeggiano nella funzione progettazione e ricerca e sviluppo;
  • psicologia, giurisprudenza ed economia-statistica nell’area delle risorse umane;
  • i gruppi economico-statistico, politico-sociale e ancora le ingegnerie nell’area commerciale, marketing e vendite.
leggi tutto

    lunedì 20 settembre 2010

    Bravo, Bello, Buono, Intelligente, Capace, Silenzioso....

    medium Ricerca dell'Università di Padova  del: AA 2006/2007
    Autore/Conduttore:Prof. Roberta Maeran
    Fonte/Titolo Originale: Il Valore delle Competenze nelle PMI: analisi di una ricerca condotta nel distretto Padovano 
    Proposto da:AlCo

    ...Le competenze di base sono importanti, ma se non sono supportate da adeguate caratteristiche di personalità e da abilità comunicative e relazionali non sono sufficienti per considerare valido un dipendente….
    … le imprese più piccole ricercano personale che già ad un primo incontro si dimostri spigliato e disponibile ad apprendere.

    … una tendenza, da parte degli imprenditori o di chi si occupa del personale all’interno dell’azienda, a considerare molto importanti caratteristiche come l’affidabilità, l’autonomia nello svolgere le proprie mansioni, la flessibilità.

    …[flessibilità che]  può riferirsi all’assunzione di responsabilità, all’adattamento ad orari e luoghi di lavoro, alla capacità di gestire attività diverse.

    ...Il compito principale di un dipendente competente, quindi, sembra essere quello di svolgere al meglio la propria mansione, mettendo in pratica le conoscenze acquisite con l’esperienza o attraverso la formazione scolastica, e contemporaneamente capire come la sua funzione entri in relazione con tutte le altre presenti in azienda, al fine di raggiungere un obiettivo comune.



    mercoledì 15 settembre 2010

    Le Caratteristiche Ricercate

    medium Ricerca dell'Università di Padova  del: AA 2006/2007
    Autore/Conduttore:Prof. Roberta Maeran
    Fonte/Titolo Originale: Il Valore delle Competenze nelle PMI: analisi di una ricerca condotta nel distretto Padovano 
    Proposto da:AlCo

    Caratteristiche Lavorative
    Nel primo grafico, relativo alle caratteristiche lavorative, compaiono le capacità che gli imprenditori considerano necessarie affinché un dipendente svolga al meglio il proprio ruolo e che, a loro avviso, dovrebbe possedere per essere una “risorsa” in azienda. I codici principali, all’interno di questo network rappresentano le competenze tecniche, le esperienze lavorative, il know-how…

    Caratteristiche Personali
    Concretezza, schiettezza, umiltà, spirito di sacrificio, responsabilità sono solo alcune delle qualità che gli imprenditori considerano delle vere e proprie competenze o, per meglio dire, componenti fondamentali delle competenze di base.
    …Inoltre, è possibile riscontrare una tendenza generale a considerare importanti le caratteristiche di personalità e le capacità “umane” piuttosto di quelle tecniche.

    Caratteristiche sociali
    …molto spesso gli imprenditori hanno citato le capacità relazionali e di interazione come elementi molto importanti nella valutazione di un dipendente.

    ...La soluzione adottata dalla maggior parte dei titolari di aziende di dimensioni medio-piccole, che consentono una gestione più centralizzata, consiste nel dettare delle linee di condotta sia a livello professionale sia a livello culturale, alle quali i dipendenti dovrebbero cercare di adeguarsi. Chi non recepisce o non rispetta le norme (spesso non scritte e implicite) è considerato un elemento deviante, che non è in grado di integrarsi nel contesto e di convivere con colleghi e superiori.

    domenica 12 settembre 2010

    COSA e CHI cercano le piccole imprese?

    medium Ricerca dell'Università di Padova  del:
    Autore/Conduttore:Prof. Roberta Maeran
    Fonte/Titolo Originale: Il Valore delle Competenze nelle PMI: analisi di una ricerca condotta nel distretto Padovano 
    Proposto da:AlCo
    Testo:
    Abbiamo deciso di riportare alcuni brani di un’interessantissima ricerca svolta dalla Facoltà di Psicologia dell’Università di Padova nell’A.A. 2006/2007, coordinata dalla prof.ssa Roberta Maeran.
    I passaggi scelti da riportare nel BLOG non intendono minimamente proporre un' interpretazione dell’indagine, né tanto meno una sua valutazione, ma, come al solito, offrire ai nostri lettori una serie di spunti e stimoli finalizzati alla lettura integrale dei documenti che valutiamo di interesse per coloro che, per i più diversi motivi, hanno interesse a conoscere realmente il mondo del lavoro.
    Il panorama d’indagine della ricerca è il mondo delle piccole imprese dell’interland Padovano (aziende fino a 10 dipendenti). Questo, a nostro avviso non è assolutamente un limite, in quanto, per esperienza riteniamo che i risultati siano tranquillamente estensibili a tutto il territorio nazionale.


    ...[La] politica di gestione delle risorse umane di impostazione “paternalistica”, non molto attenta alle competenze dei dipendenti e maggiormente centrata sulla figura dell’imprenditore

    ‘va ricordato che le’ ...aziende (quelle sottoi 10dipendenti n.d.r.) forniscono il massimo contributo occupazionale in paesi come l’Italia, la Spagna e il Portogallo e costituiscono da anni l’unica fonte di assorbimento occupazionale in tutte le nazioni europee. Le micro-imprese, inoltre, rappresentano le forme organizzative più semplici e spesso sono il nucleo originario di strutture più complesse e articolate.


    Un' attività sistematica di analisi e valutazione delle competenze, che possano essere messe in relazione alle performance aziendali, difficilmente viene messa in atto in imprese di piccole dimensioni, che preferiscono piuttosto avvalersi del “fiuto” dell’imprenditore e di un metodo basato sul buon senso di quest’ultimo.


    venerdì 3 settembre 2010

    10 errori da evitare nei colloqui

    medium: Tips and Jobs.com del:
    Autore/Conduttore: Nial Kennedy
    Fonte/Titolo Originale: Top 10 Things People Do Wrong at Interviews
    Proposto da:  AlCo
    Testo:
    Riportiamo una estrema sintesi liberamente tradotta dell'articolo in oggetto 

    clikka sull'immagine per ingrandire

    l'articolo in inglese è reperibile direttamente sul sito; per chi non parla inglese c'è sempre il traduttore che può darci una mano....

    Ma per molti già solo gli enunciati potranno essere di grande aiuto

    mercoledì 1 settembre 2010

    Riprendiamo...con CALMA

    medium:il Sole 24 Ore del:...qualche anno fa'...
    Autore/Conduttore: S. Adams
    Fonte/Titolo Originale:
    Proposto da: AlCo
    Testo:

    lunedì 9 agosto 2010

    Tanti spunti da approfondire...

    medium: Fondazione A.J. Zaninoni  del: 29.01.2010
    Autore/Conduttore: Pia Locatelli
    Fonte/Titolo Originale: Un Paese per Giovani: Idee e proposte
    Proposto da: AlCo
    Testo:

          Di seguito si riportano alcune riflessioni ed affermazioni emerse durante il convegno che riteniamo utile contribuire a diffondere.
    Sottolineiamo che queste brevi note non hanno assolutamente la pretesa di riassumere, neanche parzialmente il pensiero di chi le ha espresse in questa occasione [per questo invitiamo a scaricare e leggere il documento integrale], bensì quello di cercare di stimolare curiosità ed interesse per problematiche così interessanti, che purtroppo non sembrano trovare lo spazio che meriterebbero nei media commerciali!
     

    clikka sulla mappa per leggere 
    (per ingrandire ulteriormente 'ctrl +')




    Nel ribadire che le mappa non ha la pretesa di riassumere il pensiero dei singoli partecipanti, ci scusiamo con coloro che non sono stati rappresentati pur avendo offerto anch'essi un valido contributo al convegno.
    In Particolare i 'ricercatori in erba' del "Natta" che hanno riferito sulla loro attività, ma cosa estremamente interessante, sugli effetti indotti dalla attività svolta, al loro 'approccio al Lavoro'. 

    Leggi tutto...

    lunedì 2 agosto 2010

    La nuova generazione fregata dal sistema

    medium:Il Manifesto del: 28 luglio 2010
    Autore/Conduttore: Paolo Gerbaudo
    Fonte/Titolo Originale:Sennet: La via d'uscita? L'uomo artigiano
    Proposto da: AlCo
    Testo:

    […] D.Le altre grandi vittime della crisi sono i giovani, ed in particolare i laureati, che sembrano condannati non tanto al lavoro flessibile quanto ad una disoccupazione stabile.
    R. Purtroppo stiamo entrando in un decennio perduto per i giovani. Per capire questo fenomeno è interessante guardare al Giappone, che durante gli anni '90 ha avuto una prefigurazione di quello che sarebbe successo 15 anni più tardi in occidente, con la finanza che collassa, e persone qualificate che non trovano lavoro per sei o otto anni: persone che hanno perso un decennio della loro vita.


    La generazione che è venuta dopo ha visto come era la situazione, ed in molti hanno scelto di andare alle scuole tecniche piuttosto che all'università.

     Una volta in Giappone tutti cercavano di entrare nelle università prestigiose.

    Gli adolescenti giapponesi ora sono molto più realistici….


    La nuova generazione è fregata dal sistema e dovrà inventarsi nuovi modi per sopravvivere.

    […] Io credo che il settore manifatturiero offra una via di uscita. E non si tratta solo di una fiducia romantica nell'uomo artigiano. È la storia del successo economico della Cina o del Giappone.

    Si tratta di tornare a produrre cose, produrre cose di cui altre persone hanno bisogno.
    E in questo senso in Italia voi avete un sistema produttivo ad alta tecnologia che può trovare una via di uscita da questa situazione.




    venerdì 30 luglio 2010

    I Giovani nel Mercato del lavoro - in Sintesi ...(3)

    nmedium:Indagine CNEL del: 20.lug.2010
    Autore/Conduttore:Gruppo di lavoro diretto da Prof. C. Dell'Arringa
    Fonte/Titolo Originale:RAPPORTO SUL MERCATO DEL LAVORO 2009 - 2010 -pag 329
    Proposto da:AlCo
    Testo:

    ...Se nelle intenzioni del riformatore il proseguimento degli studi dopo il primo ciclo avrebbe dovuto riguardare solo una quota ridotta di studenti, coloro più desiderosi di maggiore specializzazione, di fatto esso ha coinvolto la maggioranza dei laureati, traducendosi così in un innalzamento, e non nel desiderato abbassamento, dell’età media alla laurea e quindi posticipando di fatto l’ingresso medio nel mercato del lavoro.

    Non è che, per caso, sarebbe opportuno gettare lo sguardo anche 'al di là' del muro, cioè dal lato Aziende?
    Siamo certi che il sistema industriale italiano abbia così tanta necessità, o megio, sia in grado di utilizzare competenze tecniche e culturali molto più alte di quanto fa attualmente?
    Perchè le Jobs Strategy danno per scontato la necessità di competenze elevate nelle Imprese e non la necessità di insegnare/spiegare anche all'altra metà 'del mondo del lavoro' quanto vale e come si può utilizzare l'investimento in competenza e conoscenza?


    Cosa ne pensano i nostri visitatori?
    Quali altre riflessioni possono aiutarci a fare?
    Contribuire a far evolvere il mondo in cui viviamo dovrebbe essere un impegno di noi tutti.

    mercoledì 28 luglio 2010

    I Giovani nel Mercato del lavoro - in Sintesi ... (2)

    medium: Indagine   CNEL      del: 20 lug 2010
    Autore/Conduttore: Gruppo di lavoro diretto da Prof. C. Dell'Arringa
    Fonte/Titolo Originale:RAPPORTO SUL MERCATO DEL LAVORO 2009 - 2010
    Proposto da: AlCo
    Testo:
    1994 proposte OCSE di policy all'interno della Jobs Strategy:

    1. aumento della flessibilità di salari e costi del lavoro,
    2. riforme del sistema scolastico così da garantire che i giovani entranti nel mercato del lavoro possiedano le competenze apprezzate;
    3. misure per strutturare meglio la transizione tra la scuola e il lavoro.
     ad eccezione del punto (1) le ha viste qualcuno?

    ....se nei Paesi OCSE le cose non vanno bene, ma in Italia ancora peggio:
    Nella media dei paesi Ocse, il tasso di attività dei più giovani (tra i 15 e i 25 anni) è pari a circa il 60 per cento di quello osservato per le età centrali.
    In Italia, però, la differenza tra il grado di coinvolgimento dei giovani e quello degli adulti è ancora più ampia: il tasso di attività dei più giovani è infatti pari a circa il 40 per cento di quello degli adulti.


      ....Secondo alcune statistiche elaborate dall’Ocse, il tasso di rendimento dell’istruzione universitaria – ovvero l’incremento del reddito atteso derivante dal conseguimento della laurea – in Italia è solo del 6.5 per cento, mentre in Germania e Francia è, rispettivamente, del 9.1 e del 14.5 per cento.


    martedì 27 luglio 2010

    I Giovani nel Mercato del lavoro - in Sintesi ...

    medium:Indagine CNEL del: 20.lug.2010
    Autore/Conduttore:Gruppo di lavoro diretto da Prof. C. Dell'Arringa
    Fonte/Titolo Originale:RAPPORTO SUL MERCATO DEL LAVORO 2009 - 2010
    Proposto da:AlCo
    Testo:

    iniziamo riportando alcuni passi del paragrafo introduttivo 'In sintesi', nei prossimi giorni riporteremo alcuni altri interessanti passaggi relativi alle problematiche che i giovani incontrano nel Mondo del lavoro

    I giovani rappresentano un segmento tradizionalmente fragile del mercato del lavoro: la mancanza di esperienze e competenze fanno sì che i giovani sperimentino non poche difficoltà nella transizione scuola-lavoro.

    ...I giovani soffrono difatti un maggior rischio di disoccupazione rispetto agli adulti, e in Italia la maggior probabilità di disoccupazione connessa alla giovane età è più elevata che nella media dei paesi europei.



    ...[le riforme del mercato del lavoro n.d.r.] hanno introdotto nuove forme contrattuali, caratterizzate da una maggiore flessibilità e minori costi di licenziamento...questo ha reso più facile l’ingresso dei più giovani nel mercato del lavoro, riducendo così i tempi di ricerca del primo impiego.

     

     L’altro lato della medaglia è stato però la maggiore instabilità dei posti di lavorolavoro: i lavori temporanei spesso comportano anche rischi di precarietà, dati i livelli salariali mediamente più bassi, le ridotte prospettive di carriera e la minore formazione.

    Leggi tutto...

    domenica 20 giugno 2010

    Sei sicuro che il 'canale' Interinale faccia per te?

    medium:Barometro delle professioni 2009 del:12 apr 2010 Autore/Conduttore:ISFOL Csa Fonte/Titolo Originale:Barometro delle professioni 2009 Proposto da::AlCo Testo: Oltre a tantissime notizie utili ed interessanti, l'indagine ISFOL sulle professioni richieste fornisce, indirettamente, una chiarissima indicazione su quali debbano essere i percorsi di ricerca più adatti a seconda della qualifica e competenza detenuta. Molto spesso, nei forum e Blog sono presenti lamentele di neolaureati che riferiscono di aver ricevuto suggerimenti sulla eliminazione di specifici titoli e competenze dai loro curriculum... Probabilmente avendo chiaro il quadro tracciato da ISFOL, si sarebbe saputo prima quali sono le professioni più richieste e ci si sarebbe adeguati, o si sarebbe evitato di utilizzare quel canale. Il problema ancora una volta è legato alla conoscenza ed all'informazione: senza Lavorare il Lavoro (che purtroppo è sempre meno...) si trova con sempre maggiore difficoltà. vai al Comunicato stampa...